ARTE SECONDO ME: la galleria

libera interpretazione di quadri d'autore

Bacco adolescente Caravaggio 1596

Ballerina di quattordici anni Degas 1880

Cattedrale di Rouen Monet 1894

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute et canoscenza

 

Si chiamano primari i bisogni il cui soddisfacimento è essenziale alla vita, si ritiene comunemente una persona autonoma quando risulta in grado di percepire e dare seguito alle esigenze di sopravvivenza, la sopravvivenza del suo corpo, troppo spesso ritenuto l’unico depositario delle sue funzioni vitali.

Questo accade perché nella piramide dei bisogni troviamo lo spirito e il suo bisogno di bellezza e giustizia soltanto alla sommità, riconosciuto dalla scienza quale l’ultimo, il meno radicato per l’animale uomo.

Ma accanto al principio dell’autonomia, anzi, da esso stesso, ne germina un altro, quello dell’autodeterminazione, la facoltà di compiere scelte sulla base delle proprie caratteristiche, della propria natura, della propria indole. Riconoscersi come essere senziente e pensante e, sulla base di questo, andare alla ricerca di quello che la nostra unicità di esseri umani riconosce come la propria via verso la felicità.

Il progetto “Arte secondo me” persegue l’obiettivo di riconoscere e far riconoscere fra i bisogni essenziali alla vita, intesa non quale insieme di funzioni da espletare ma come percorso di miglioramento ed inveramento dell’essenza e dei moti della propria anima, l’autentica espressione di sé.

Dopo molte altre iniziative volte a questo fine, oggi la comunità di Capodarco sceglie di perseguire il suo scopo attraverso il mezzo artistico, di offrire ai suoi utenti l’opportunità di reinterpretare le opere dei più grandi maestri dell’arte di tutti i tempi mediante varie tecniche, mantenendo sempre, nella figura dei suoi operatori, un professionale equilibrio fra il ruolo di puro osservatore e quello di discreto facilitatore di questa esperienza.

A stravincere nelle scelte degli artisti del gruppo è la figura umana, protagonista indiscussa, tanto più liberamente interpretata quanto più si torna indietro nel tempo.

Altro aspetto che emerge come gravido di significato il fatto che nel fenomeno della ri-produzione artistica sia spesso operata la scelta fra gli aspetti centrali e quelli periferici dell’opera: della Notte Stellata, in particolare, non è raro che balzino in prima linea le stelle, ma talvolta a prevalere è proprio la matassa scura e informe della notte.

La potenza espressiva di linee e colori, la rinuncia alla prospettiva lineare, la preferenza accordata all’emozione piuttosto che alla narrazione, tipiche dell’arte contemporanea, risultano pienamente accolte e puntualmente restituite da dipinti e disegni di molti autori.

La Danza di Matisse può diventare un turbine di energia nel quale spariscono le sagome dei suoi protagonisti umani, ma anche un concentrato di forza fisica in cui a sparire è lo sfondo, in favore di un groviglio di linee colorate di baconiana memoria.

Le tessere multi colori de Il bacio klimtiano implodono ed esplodono formando un mosaico in cui parti di vesti e volti si mescolano descrivendo un carnevale di tenerezza.

I Girasoli, proprio come il loro autore avrebbe desiderato, assumono la forma, il colore, la posizione e la quantità che si trovano nella mente di chi osserva, che non si limita a riprodurre, ma riesce a dare voce al proprio ordine come al proprio disordine, ai ricordi come alla lenticolare ossessione per i particolari.

Il grido disperato di Guernica arriva assordante come un tuono e in queste reinterpretazioni si riverbera come in una potentissima cassa di risonanza, che siano esse particolarmente fedeli all’originale o meno.

Il tempo sospeso di Dalì genera un eloquente sconforto, che spesso conduce a non terminare l’opera, a non saper trovare ai suoi elementi collocazione o proporzione, ad una fluidità di rappresentazione effettivamente molto surrealista.

Le tecniche pittoriche a disposizione sono state usate in maniera assai varia e foriera di molteplici significati. I colori ad acquarello, se possono conferire a uomini e animali matericità, un’imponenza che stravolge il rapporto proporzionale e quello fra figura e sfondo, possono anche diluire questo rapporto, creare un’atmosfera delicata e impalpabile, quando il soggetto delle opere sono le ninfee.

I colori ad acrilico riempiono con decisione corpi e sfondi, tutti su di un unico piano, sposando l’irriverenza tipica dei tempi in cui vive l’arte.

Creazione di Adamo Michelangelo 1511

David Michelangelo 1504

Donna con ventaglio Gauguin 1902

Gioconda Leonardo 1503

Girasoli Van Gogh 1888

Guernica Picasso 1937

Il bacio Klimt 1908

Jeanne Hébuterne con cappello Modigliani 1918

La bagnante di Valpinçon Ingres 1808

La capra Picasso 1950

La danza Matisse 1910

La persistenza della memoria Dalì 1931

Madonna Sistina Raffaello 1514

Nascita di Venere Botticelli 1486

Ninfee rosa Monet 1898

Notte stellata Van Gogh 1889

Olympia Manet 1863

Sibilla delfica Michelangelo 1509

Soggetti extra progetto

 

Una menzione a parte merita Cosimo Fornaro: dalle sue opere emergono sguardi di demoni dostoevskjiani, rara consistenza di tocco grafico, originalità di accostamenti cromatici e profondità di sentire. Un talento, il suo, che gli consente di annodare alla maniera di Egon Schiele anche le membra di quel bambino Gesù, che di raffaellesca memoria conserva la sola composizione.

Una sensibilità formale e non solo, che ci ricorda il tubismo di Leger, ma anche l’intensità kirchneriana e la spiritualità tormentata di Van Gogh (che sceglie più volte di reinterpretare); premesse ancor più preziose perché del tutto spontanee, gravide di sviluppi futuri data la foga instancabile del suo processo creativo.

Quando i ragazzi si accostano alla storia dell’arte moderna, che è chiarezza di valori e perfezione di forme, il rapporto con l’originale si allenta ulteriormente, lasciando spazio alla più pura introspezione.

La Sibilla è una creatura angelica, in contatto – come da suo ruolo -con tutto ciò che è celeste e quindi divino; delle icone rinascimentali per eccellenza restano spesso i soli volti: vivace, allegro, pieno di forza e quindi di decisa tempra grafica quello del David, il vincente fra gli uomini, pastoso, colorato di biondo dorato e celeste intenso quello della Venere, la più bella fra le donne.

Nel Bacco elementi umani ed elementi naturali si mescolano dando vita ad una sorta di mutante arcimboldiano, che avrebbe riempito d’orgoglio il fondatore del naturalismo in pittura.

Il valore dell’arte si misura sull’universalità della sua portata e questo progetto ha dato ennesima conferma di chi sia stato il più grande di tutti i tempi: il più riprodotto, quindi il più scelto e anche il più profondamente compreso da questi ragazzi e ragazze.

Nella Creazione Cielo e Terra sono sempre resi come ineluttabilmente distinti: diversi i colori, chiara la linea di demarcazione. Le mani possono avvicinarsi fin quasi a sfiorarsi o cercarsi, lontane, senza mai smettere di tendere l’una verso l’altra. Talvolta si può addirittura distinguere quale sia la più sicura e quale la più timida, quella che dà e quella che riceve la vita.

 

Dall’inizio dei tempi l’artista diviene tale studiando e riproducendo le opere di quanti lo hanno preceduto, rivelando così a se stesso e al mondo quanto ad esso sia in grado di aggiungere. E come si aggiunge qualcosa alla propria esistenza se non attraverso l’atto dell’ascoltare, ascoltare e ascoltarsi, uscire da sé con fatica, con timore, con rabbia, con dolore, per fornire all’Altro un ponte, al termine del quale nessuno dei due sarà più lo stesso.

 

Francesca Fortunati

ARTE SECONDO ME: IL PROGETTO

Progetto volto all'uso della creatività quale strumento espressivo di inclusione, favorendo lo sviluppo della propria sensibilità artistica

Dettagli del progetto